In Italia abbiamo un grosso problema con il marketing e più in generale con un certo tipo di imprenditoria.
Si possono distinguere in maniera nitida due grandi categorie: i bottegai e i nerd.
I bottegai, ovvero la maggioranza del tessuto produttivo italiano (PMI, artigiani, microimprese, ma non solo), pensano che il marketing sia Carosello ai tempi di Instagram.
I nerd, ovvero i professionisti del marketing, parlano solo tra di loro e lo fanno utilizzando acronimi incomprensibili ed inglesismi per rimarcare un certo distacco e senso di appartenenza.
In un mondo normale i nerd dovrebbero affiancare i bottegai e portarli per mano fuori dagli anni ’80.
Invece no.
I bottegai sono troppo impegnati a lagnarsi, i nerd a parlarsi addosso.
Eppure avrebbero bisogno gli uni degli altri.
Cosa fare quindi?
I bottegai dovrebbero rendersi conto che non è (più) possibile occuparsi solo del prodotto e pensare che spetti alla pubblicità trovare i clienti.
Il processo è esattamente al contrario: prima si individua un bisogno, poi si crea un prodotto che risponda a questo bisogno e solo alla fine si utilizza la pubblicità.
Il marketing è soprattutto quello che viene prima della pubblicità: avete bisogno del supporto di un professionista.
I nerd dovrebbero invece rendersi conto che non vivono nella Silicon Valley, dovrebbero uscire da Linkedin e confrontarsi con la praticità del mondo reale, magari proprio a fianco dei bottegai di cui sopra.
In alternativa potrebbero acquistare un volo di solo andata per la California.
Invece no.
I bottegai continueranno a dare la colpa alle tasse, ai cinesi, alla crisi, ad Amazon, ed i nerd continueranno a creare “startup innovative” sognando unicorni e round milionari dalla cameretta. Anzi dal garage, che fa molto Jeff Bezos.
That’s it.
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